Fermiamo la violenza. Riprendiamo in mano la pace
Il 27 ottobre le donne della Casa hanno manifestato come Donne In Nero a L'Aquila, Villa comunale, con le tante associazioni del territorio per chiedere di fermare la violenza e di riprendere in mano la pace nel conflitto Israele/ Palestina.
E' intervenuta Valentina Valleriani. Di seguito ancuni passi del suo intervento.
Come Donne in nero siamo sempre state dalla parte di percorsi di costruzione di pace, rifiutando le guerre e per questo non ci stanchiamo mai di manifestare con il nostro slogan “Fuori la guerra dalla storia!”
Su quanto sta accadendo in Palestina e Israele rifiutiamo le narrazioni ipocrite, riconosciamo le ragioni giuste e diciamo che non basta dire no alla violenza da ogni parte, ma occorre dire no alle ragioni che hanno portato alla violenza e che non hanno ad oggi permesso la costruzione di una pace giusta.
Come Donne in nero diciamo basta con l’occupazione militare, la colonizzazione e l’apartheid praticata da Israele in terra di Palestina.
https://laquiladonne.com/blog/174-come-donne-in-nero-con-l-aquila-per-la-pace#sigProIdafaaf5233d
La comunità internazionale deve assumersi la responsabilità di essere stata sempre omertosa e complice della politica illegale che Israele conduce da sempre nei confronti del popolo palestinese, tenendolo sotto occupazione militare, distruggendo le loro case, rubando le loro terre, appropriandosi delle loro risorse idriche, costruendo muri di cemento armato e filo spinato alti 10 metri in Cis Giordania ed imponendo un assedio criminale a Gaza.
Tutto questo è noto, eppure tutti i capi di stato oggi si affannano a dare per prima le ragioni ad Israele giustificando il suo intervento militare come necessario perché “Israele ha il diritto di difendersi”. Certo, tutti i popoli hanno il diritto di difendersi da uno stato aggressivo o da un esercito militare occupante, così come il popolo palestinese non ha mai smesso di chiedere il proprio diritto di difendersi dal 1948, anno della fondazione dello Stato di Israele per gli israeliani e l’anno della Nakba che in arabo vuol dire <catastrofe> per il popolo palestinese che è stato cacciato dalle proprie case e dai propri territori.
Anche noi oggi chiediamo la tregua, il cessate il fuoco, la fine degli attacchi su Gaza e l'apertura di corridoi umanitari perché in questo momento sono urgenti.
Chiediamo che Si fermi subito la violenza, che si rimuovano le sue cause se veramente vogliamo una pace giusta.