11 novembre 2021 L'Aquila Presidio Consiglio regionale
Il comunicato della Rete 8 marzo.
Una proposta di legge regionale incomprensibile, oscurantista, che punta a trasformare la possibilità in obbligo e che tenta, ancora una volta, di limitare il diritto di scelta delle donne.
Ci riferiamo alla P. L. numero 203 del 15 luglio 2021 “Modifica alla legge regionale 10 agosto 2012, n.41: Disciplina in materia funeraria e di polizia mortuaria”, proposta e depositata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Regione Abruzzo (Consiglieri Testa, Quaglieri, e per condivisione Liris).
Riteniamo inaccettabile una proposta di legge regionale che, ragionando della tumulazione obbligatoria dei feti, entra a gamba tesa in un ambito delicatissimo, in questioni che reclamano di essere trattate con rispetto e non affrontate con atti impositivi che si traducono nell’ennesimo, pesante, attacco ai diritti e alla dignità delle donne.
Una proposta che si fa vigliaccamente scudo del voler “intervenire in materia funeraria e di polizia mortuaria per legittimare il diritto alla sepoltura dei bimbi mai nati di età gestionale inferiore alle 28 settimane”, quando nei fatti umilia le donne, sottraendo loro il legittimo diritto di scelta, attraverso l’imposizione della tumulazione. Una modalità che [nelle intenzioni?] finisce, subdolamente, col dipingere quali “colpevoli” le donne che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza.
Una proposta che sa di stigma, di ritorno ad un passato feroce di mammane, paura, solitudine; un passato buio che spesso vedeva le donne morire per emorragia e setticemia.
Una proposta irricevibile che è un attacco ingannevole e pavido, l’ennesimo, alla legge 194: la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza che ha garantito e garantisce, tra l’altro, il diritto alla tutela medica delle donne che scelgono di farvi ricorso. Un diritto alla scelta messo in discussione da quei movimenti reazionari che, sulla scia degli Usa o della Polonia, passando per l'Umbria, il Piemonte o le Marche - fin qui in Abruzzo, come testimoniato già dalla gravissima circolare regionale dei mesi scorsi sulla somministrazione della Ru486 - nascondendosi dietro presunti "nobili obiettivi" - intendono praticare inaccettabili forme di controllo sulla vita delle donne, tentando di cancellare diritti acquisiti nel corso di decenni di lotte.
Oggi 11 novembre la V commissione del Consiglio regionale d’Abruzzo ne inizierà la discussione.
La Rete8marzoaq si oppone con forza alla proposta di legge regionale di Fd'I, la proposta della vergogna!
Le singole associazioni della Rete hanno già presentato richiesta di audizione alla quinta Commissione consiliare. Svolgeremo ogni azione utile al ritiro di una proposta di legge irricevibile che umilia le donne e nega loro il diritto alla dignità, al rispetto, al libero arbitrio.