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20 maggio 2011
Lucia, Giuliana, Barberina, Mariella, Manu DiN di Padova
Carissime donne Aquilane,
vedere l’Aquila così com’è oggi, con i vicoli chiusi da transenne e controllati dall’esercito, entrare nella zona rossa accompagnata dall’architetto Camilla Inverardi, con i caschi e con la polizia che chiede con il megafono se abbiamo i permessi speciali, vedere case e case con fessure, con pareti cadute o ingabbiate in impalcature di migliaia e migliaia di giunti e tubi, sentire gli odori di luoghi abbandonati, sentire di notte il silenzio assordante di città abbandonata ci ha fatto provare un grande dolore.
Ci siamo strette vicino a voi, e abbiamo intuito quale grande lavoro state facendo, sia nel dovervi osservare dentro di voi, per elaborare il dolore, sia nel dover risolvere i problemi della vita quotidiana, affrontandoli non solo nella dimensione privata, ma anche nella dimensione collettiva politica e sociale.
Ma vedere com’è la città ci è servito anche per smascherare, ulteriormente, il racconto che i mass media hanno fatto e che ora sempre meno fanno sulla vostra città.
Si deve sapere che l’Aquila è una città militarizzata e imprigionata, che è una città morta, che nessuno è libero di circolare nel centro storico, che il centro storico è diventato una fonte sicura di reddito per le ditte che hanno messo le impalcature e che non parte la ricostruzione.
Le scelte fatte dal governo all’Aquila dimostrano come questa sia un laboratorio della politica berlusconiana, basata sulla negazione di democrazia, sulla manipolazione dell’informazione, sulla militarizzazione del territorio e sulle scelte economiche fatte con i soldi del pubblico a vantaggio del privato, senza tener conto dei bisogni della società aquilana.
Le scelte che, come donne, avete fatto in questi due anni sono state scelte di coraggio: organizzare l’incontro del 7-8 maggio con donne di tutta Italia dà la possibilità di far rete perché l’Aquila non venga dimenticata.
Non c’è solo la televisione con le sue bugie, i giornali con i loro silenzi ma ci sono anche gli incontri, c’è anche la radio e i nuovi strumenti di comunicazione in rete per cercare di far capire com’è veramente la realtà aquilana, ed è su questa strada che voi vi state egregiamente muovendo affinché anche per L’Aquila ci sia “un nuovo inizio”.
Certo conoscevamo già la situazione Aquilana ma dopo averla vista molto è cambiato dentro di noi, ora metteremo la città e il centro storico nei nostri pensieri, perché la società aquilana spezzata si possa riunire, perché L’Aquila possa ridiventare città d’arte e di cultura.
Voi donne delle terre mutate avete dato molto nell’emergenza, ma il pensiero di genere è un pensiero di resistenza (o, come ha detto qualcuna in uno dei gruppi della biblioteca, di resilienza, nel senso di resistere ma anche di costruire qualcosa di nuovo) e noi vogliamo sperare che la rete delle donne di tutta Italia, costituita a partire dalla vostra iniziativa, contribuisca a dare continuità dopo l’emergenza, affinché forme nuove di vita e nuovi luoghi facciano ridiventare l’Aquila un bene comune.
Simona Cesaretti
Ciao a tutte. Grazie ancora per aver costruito questa efficace occasione d’incontro con la vostra città e di averci offerto la possibilità di condividere esperienze diverse.
Ci vediamo allo sbarco dei G.A.S.
All’arrembaggio e un abbraccio
19 maggio 2011
Rosi, Daniela, Giannina, Lia, Luisa, Sonia, Marina, Mia, Cristina - Bolzano
Care Meravigliose Amiche Aquilane,
che dire delle giornate trascorse con voi! Dopo pochi giorni ci siamo ritrovate per condividere con altre amiche del Gruppo A.Kollontaj la nostra esperienza a L’Aquila, a partire da venerdì pomeriggio davanti alla Casa dello Studente per scrivere “mai più” con fiori piantati in terra, a domenica in piazza Palazzo per ascoltare la partigiana Giovanna, che “consegna” alla giovane studentessa Giulia la sua incredibile forza di vita, di non rassegnazione, di speranza.
Ci avete accolto nelle Stanze della Casa-delle-Donne-Terre-Mutate e ci siamo sentite “a casa”, insieme a tante altre donne che hanno condiviso la loro esperienza di vita personale e formazione collettiva. Quello che avete vissuto in questi due anni e quello che progettate insieme per il futuro sono diventati anche nostro vissuto e nostro progetto. Un segnale, oltre alle parole, lo vogliamo dare oggi, vi abbiamo inviato una somma raccolta tra noi per La Casa delle Donne a L’Aquila, che sarà il luogo amato, la Casa con le Stanze che ci riunirà ancora…
Un abbraccio ed ancora grazie, ci risentiremo presto.